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Il Nostro territorio

Terracina:
Della sua plurimillenaria vicenda storica, Terracina ha conservato straordinarie testimonianze. I segni delle civiltà di ogni epoca (Età Antica, Medioevale, Moderna e Contemporanea) sono visibilmente e copiosamente presenti su tutto il territorio cittadino, tra i tanti elementi vanno sicuramente citati:
Il Foro Emiliano - Conserva ancora l'antica pavimentazione calcarea e l'originaria funzione di centro civile e religioso della città. Il nome deriva da AULUS AEMILIUS il magistrato locale che, fra la fine del I Secolo a.C e l'inizio del I d.C., provvide a pavimentare la piazza facendo incidere sulle lastre il proprio nome.
La Via Appia - A Terracina ce ne sono addirittura tre: l'Appia Claudia, la più antica (di cui rimangono intatti il basolato in bietra e l'antico marciapiede), che sale ed attraversa la città alta, piega verso nord per dirigersi verso l'attuale cimitero. Superata la sella che si trova a 154 metri di quota, il tracciato curva in direzione Piazza Palatina e discende verso la Piana di Fondi, fino a congiungersi con il successivo percorso realizzato da Traiano quattro secoli dopo che comportò il taglio della rupe del Pisco Montano. Poi c'è quella più moderna, l'attuale via Roma, in gran parte coincidente con l'ultimo tracciato voluto da Pio VI. A Terracina è custodita la più antica pietra miliare conosciuta della via Appia.
Il Capitolium - Secondo alcuni studiosi l'edificio, databile alla metà del I secolo a.C., dovrebbe essere identificato con il tempio dedicato alla triade capitolina (Giove, Giunone, Minerva). In origine era dcecorato sulla fronte da quattro colonne dorico-tuscaniche e fornito di tre celle in cui erano riposte le offerte votive.
Il Teatro Romano - Il teatro che risale al periodo compreso tra il regno di Augusto e quello di Tiberio, è attualmente oggetto di scavi che lo stanno riportando alla luce nella sua splendida interezza. Si tratta dell'unico Teatro Romano dell'epoca in un centro cittadino e posizionato sul ciglio della via Appia.
Il Tempio di Giove - Il monte Sant'Angelo, noto anche come monte Giove costituisce l'ultima propaggine dei monti Ausoni, che giunge fino al mar Tirreno, chiudendo a sud la pianura pontina. Sulle sue pendici meridionali era sorto il centro ausonio di Tarracina, poi volsco con il nome di Anxur e conquistato definitivamente dai Romani alla fine del V secolo a.C.. Nel 329 a.C. la città divenne colonia romana e nel 312 a.C. il monte fu aggirato alle spalle dal tracciato della nuova via Appia, tra Roma e Capua. A quest'epoca risalgono i primi terrazzamenti in opera poligonale, per l'erezione di un primo santuario, probabilmente legato al culto oracolare e forse non comprendente un tempio. Il santuario di Terracina si inserisce nel quadro dei grandi santuari repubblicani del Lazio, costruiti tra la metà del II e la metà del I secolo a.C. in posizioni scenografiche e dominanti, su imponenti costruzioni a terrazze. Viene utilizzata la nuova tecnica edilizia del cementizio, recentemente elaborata a Roma, con le forme degli ordini architettonici, derivate dalla tradizione ellenistica. Il modello per la disposizione scenografica su terrazze digradanti può riferirsi ai grandi santuari della città di Pergamo, in Asia Minore, mentre i templi sorgono su alti podi e privi del colonnato sul retro (sine postico, inutile per la prevalente visione frontale). Le terrazze sono spesso circondate da portici su tre lati e spesso le arcate e le volte si affiancano o vengono nascosti dai colonnati.
Dal 2000 il Tempio di Giove Anxur viene tutelato come monumento naturale, ed è affidato in gestione dal Comune di Terracina.


Isole Ponziane o Pontine:
Le isole Ponziane sono un arcipelago di origine vulcanica situato nel Mar Tirreno, al largo delle coste del golfo di Gaeta. Si estendono complessivamente per circa 12 km²; hanno una popolazione complessiva di circa 4.000 abitanti (ponzesi), che nel periodo estivo diventano molti di più a causa di un intenso movimento turistico. L'arcipelago comprende sei isole maggiori, divise in due gruppi principali: il gruppo di nord-ovest comprende l'isola Isola di Ponza, l'Isola di Palmarola, l'Isola di Zannone e l'Isola di Gavi, mentre il gruppo di sud-est comprende l'Isola di Ventotene e l'Isola di Santo Stefano.
Isola di Ponza - Ponza è la maggiore delle Isole Ponziane ed è situata davanti al Golfo di Gaeta (nel Mar Tirreno), 21 miglia nautiche a sud di San Felice Circeo.
Le sue spiagge sono frastagliate e per lo più rocciose, composte da caolino e tufi, a dimostrazione (insieme con i numerosi crateri vulcanici spenti ma tutt'oggi riconoscibili) dell'origine vulcanica dell'isola. La presenza di grotte sottomarine e di scogliere richiamano ogni anno migliaia di appassionati subacquei, oltre ovviamente a bagnanti, che prediligono la celebre spiaggia di Chiaia di Luna (a sud-ovest), circondata da un'alta scogliera a picco sul mare. La forma dell'isola è stretta e allungata, e si estende dal Faraglione La Guardia, a sud, alla Punta dell'Incenso, a nord-est, che dà sulla vicina Isola di Gavi; quest'ultima è separata da Ponza da un braccio di mare di appena 120 metri. La vegetazione è tipicamente mediterranea, con prevalenza di agavi, fichi d'India, ginestre, fillirea e mirto. Il clima ha caratteristiche subtropicali mediterranee con moderata escursione.
Isola di Palmarola - Si trova a circa 10 km ad ovest di Ponza ed è la terza isola per grandezza dell'arcipelago ponziano, dopo Ponza e Ventotene. Chiamata anche "la Forcina" per la sua forma, prende in realtà il nome dalla palma nana, unica palma originaria dell'Europa, che cresce selvatica sulla sua superficie. L\isola era nota in antichità col nome Palmaria. L'isola è una riserva naturale e, grazie al suo aspetto incontaminato e alla varietà delle sue coste, è considerata una tra le più belle isole del mondo. Abitata solo nel periodo estivo, diventa luogo di ritiro per i ponzesi che si rifugiano nelle case grotta, tipiche abitazioni scavate nella roccia di Palmarola.
Isola di Ventotene - Ventotene era conosciuta anche al tempo dei Greci e Romani, i quali usavano chiamarla Pandataria o Pandateria. Divenne famosa perché fu il luogo in cui prima Augusto esiliò la figlia Giulia (resti di villa Giulia a Punta Eolo), poi l'imperatore Tiberio esiliò la nipote Agrippina nel 29 d.C. e più tardi l'imperatore Nerone esiliò sua moglie Ottavia, dopo averla ripudiata. Aveva appena divorziato da lei con il pretesto che non gli aveva fatto avere figli. Agrippina maggiore morì sull'isola di fame (probabilmente per ordine dell'imperatore Tiberio stesso) nel 33 d.C. Del periodo romano a Ventotene sono rimaste diverse rovine di ville e acquedotti, il porto antico e le peschiere modellate nelle rocce vulcaniche di tufo. L'isola rimase prevalentemente disabitata fino al 1771, quando, per decreto di Ferdinando IV di Napoli, fu popolata da coloni provenienti dalla Campania, principalmente da Torre del Greco e Ischia.
Le isole sono raggiungibili in traghetto o aliscafo da Terracina, Formia e San Felice Circeo.


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